Ailadi Cortelletti ha una particolare dipendenza: vivere all’estero. Da due anni si trova a Shanghai, ma prima ha trascorso lunghi periodi in Francia e in Germania. Ha due passioni: una coincide con il suo mestiere, disegnare e illustrare, l’altra con il suo modo di vivere, viaggiare. Ma sopratutto, ogni giorno, vuole avere abbastanza immaginazione per poter trasformare la sua vita in un sogno. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua Sciangai.
Se ti mostriamo questa foto scattata da Bruno Barbey (Magnum) a Shanghai, la prima cosa che ti viene in mente è…
Mi colpisce che in questa foto nessuno stia guardando un cellulare.
La cosa che ti ha lasciata a bocca aperta la prima volta che sei arrivata a Shanghai?
Sono arrivata il 4 luglio e la cosa che ha mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta è stata… il caldo.
Inoltre, la cosa che mi ha colpito è come i cinesi vivono la strada. A loro bastano due cassette sul marciapiede per improvvisare un tavolo, e attorno si ritrovano a mangiare, giocare a carte, a scacchi, majong. Oppure, nel tardo pomeriggio, uno spiazzo può diventare un punto di ritrovo per fare esercizi di tai chi, di ballo. Adoro le palestre cinesi a cielo aperto.
Il posto più particolare in città per la tua cena speciale.
Shanghai pullula di ristoranti scicchettosi. In testa c’è Ultraviolet, un ristorante in cui è necessario prenotare con mesi d’anticipo. E’ un luogo in bilico tra il raffinato gusto sperimentale e l’intrattenimento, in un susseguirsi di messe in scena.
All’estremo opposto ci sono i ristorantini Lanzhou LaMian del Gansu, in cui ti cucinano gli spaghetti al momento, davanti agli occhi. Ora che inizia l’inverno la loro zuppa di noodle con verdure diventa la mia immancabile cena speciale, almeno una volta a settimana.
La vista più bella di Shanghai è da…
… la sella di una bicicletta.
Un italiano a Shanghai: dove lo inviti a pranzo?
In Dingxi Road al Lotus Eatery, un ristorante con cucina dello Yunnan. Come piatti da non perdere le melanzane e il formaggio di capra fritti, l’insalata di menta e i fiori di banana.
Tre luoghi da non perdere in una notte a Shanghai.
Partirei dal Dada, un locale in cui si può ballare ma anche intrattenersi con i vari giochi in scatola messi a disposizione, o con il calciobalilla, che mi piace sempre. Poi andrei al Mao Livehouse per un concerto. E finirei sul mini terrazzino all’ultimo piano del locale LUNE, per una chiaccherata tranquilla e per sorseggiare l’ultima birra della serata.